Ed eccoci ancora quì sulle pagine del nostro periodico pronto a farvi conoscere un altro ospite del mio salottino virtuale.
Vi confesso che quando ho letto la sua biografia sono rimasto un po sorpreso e anche intimorito dalla sua lunghezza
Con il senno di poi devo dire che i miei timori erano infondati perché parlare con la mia ospite e stato facile e per nulla imbarazzante in quanto è una persona straordinaria con la quale è veramente piacevole dialogare.
Non voglio tenervi più sulle spine e allora vi presento La Dott.ssa Laura Bonanni. una psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo analitico transazionale.
D) Come sempre siamo piacevolmente seduti nel mio salottino e andiamo subito ad iniziare la nostra chiacchierata con la mia ospite!
Innanzitutto spieghiamo ai nostri lettori in maniera sommaria chi e Laura Bonanni fuori e dentro la sua professione.
R) Mi fa molto piacere ,caro Pino, farmi conoscere dai vostri lettori poiché è solo mediante la conoscenza che può instaurarsi una relazione di fiducia consapevole.
Come hai detto tu sono una psicologa che si è laureata a “La Sapienza” di Roma, in psicologia nel 1988, poi divenuta psicoterapeuta, grazie alla mia specializzazione mediante un corso quadriennale ad indirizzo analitico transazionale , ottenendo così l’idoneità a praticare l’attività di psicoterapeuta. Tutto ciò accadeva nel 1992. Formalmente e legalmente quindi,da quell’anno ho iniziato la mia attività di psicoterapeuta e ancora lavoro, continuando a portare avanti la mia formazione sia istituzionale, perché so all’interno delle professioni sanitarie, quindi ho l’obbligo dei crediti formativi ( le famose ECM), sia liberamente scelta. Ed è proprio quest’ultima parte di formazione e aggiornamento che mi piace di più e che mi consente di crescere ancora come persona e come professionista. Da un ventennio ormai, frequento con altri colleghi, i Seminari Clinici del Professor Michele Novellino, psichiatra e psicoterapeuta, analista transazionale, didatta e supervisore che assieme al caro compianto dottor Carlo Moiso, portò l’analisi transazionale in Italia negli anni settanta ed ha formato moltissimi dei didatti e analisti transazionali attuali. Quindi mi fa proprio piacere sottolineare che miro alla qualità più che alla quantità di corsi e corsetti….
Sono una donna portatrice di handicap in relazione ad i miei deficit visivi, sono infatti albina oculocutanea e presento ipovisione.
Questa mia condizione mi ha portata a faticare un po’ di più rispetto ai miei compagni di scuola, prima e di università, poi, normodotati visivamente , poiché nel periodo in cui sono nata e cresciuta non c’erano ausili, agevolazioni e supporto pubblico . Ho imparato a mie spese, a fare di necessità virtù, come si usa dire.
Mi ritengo una persona molto perseverante, costante, scrupolosa ed affidabile, non solo nel mio lavoro ma anche nella mia vita privata. Qualcuno mi definisce pignola e forse relazionalmente un po’ impegnativa, ma si sa non si può piacere a tutti ed è , a mio avviso, meglio la qualità che la quantità nei rapporti umani ed anche negli studi. Mi piace, in merito a ciò, riportare una citazione di Sant’ Ignazio di Loyola ( fondatore dei Gesuiti): “ Non è il molto sapere che soddisfa l’anima, ma il sentire e gustare le cose interiormente” .
D) Puoi spiegare per i non addetti ai lavori il piu semplicemente possibile cosa significa psicoterapeuta ad indirizzo analitico transazionale?
R) Caro Pino voglio fornire a te e ai lettori una chiara e sufficientemente completa spiegazione di cosa sia l’analisi transazionale poiché per molto tempo e un po’ anche oggi, in alcuni contesti, è stata spiegata in modo semplicistico, tendendo in tal modo a banalizzarne,a sminuirne la portata e lo spessore sia teorico che applicativo e quindi di efficacia . Mi permetto quindi di spendere qualche parola in più, invece che in meno, rimandando magari al lettore più curioso e interessato, la possibilità di approfondire mediante i vari contenuti accreditati rintracciabili da internet, come ad esempio il sito dell’AIAT ( Associazione Italiana di Analisi Transazionale, a cui io sono iscritta e faccio riferimento)
Spieghiamo subito che l’analisi transazionale è uno dei tanti approcci psicoterapeutici, uno dei tanti modelli metodologici attraverso i quali le persone possono portare avanti una personale psicoterapia.
Parto da una definizione di analisi transazionale fornita dal professor Michele Novellino :
“L’analisi transazionale nasce negli anni cinquanta con le opere dello psichiatra canadese Eric Berne. Psicanalista di formazione, sviluppò un sistema di interpretazione del comportamento individuale e sociale che partendo dalle radici freudiane si spostò verso aspetti più strettamente interpersonali. Berne poneva l’attenzione primaria sul come l’individuo si relazionasse nel mondo con gli altri: il comportamento sociale forniva indizi concreti sul comportamento intrapsichico” ( Novellino 2005 ).
L’analisi transazionale può essere definita come una teoria della personalità ed una psicoterapia sistematica , avente come finalità la crescita e il cambiamento della persona. Come teoria della personalità, l’analisi transazionale fornisce un sistema di riferimento in merito al come siamo strutturati dal punto di vista psicologico ed utilizza un modello in tre parti, meglio conosciuto come modello degli stati dell’io denominati: Genitore, Adulto, Bambino. Gli stati dell’io sono delle realtà fenomenologiche, cioè modi di pensare, sentire e agire che possono essere osservati da ogni osservatore esterno, ma anche auto osservate, sempre che l’individuo abbia adeguata consapevolezza di sé e strumenti per acquisirla. Nel campo delle applicazioni pratiche l’analisi transazionale fornisce un sistema di psicoterapia costituito da una serie di strategie e tecniche interconnesse, finalizzate ad aiutare le persone a capire ed a cambiare i loro sentimenti e i loro comportamenti, in special modo quelli sperimentati come disfunzionali e obsoleti.
D) Ci sono varie patologie come ad esempio stati d'ansia, attacchi di panico, disturbi di comunicazione. fobie eccetera che oggi sembrano essere aumentate nella popolazione.
Secondo te è vero oppure è aumentato il numero dei pazienti che ricorre alle vostre cure?
R) Chiariamo subito, facciamo un distinguo fra disturbi, disagi, patologie. Le patologie sono qualcosa di più serio e complesso rispetto a disagi e preoccupazioni o inadeguatezze, proprio perché a volte alcuni sintomi, alcuni disagi, alcune difficoltà, non venendo subito presi in considerazione e adeguatamente trattati, affrontati, possono evolvere in patologie. Un disagio come ad esempio il parlare in pubblico o il mangiare in pubblico, può essere la spia, la punta di un iceber di qualcosa di più serio oppure un timore , un fastidio che è più ascrivibile a specifiche condizioni e circostanze che certamente lo collegano ad una storia personale, ma che potrebbe non avere a che fare con una patologia in senso stretto. Molti disagi, che a volte si evolvono in disturbi, se non adeguatamente affronti in tempi stretti e in età evolutiva, possono essere collegati ad una carenza in merito a competenze relazionali , personali, gestionali e quindi training di formazione, gruppi di auto mutuo aiuto, consulenza psicologica, possono essere uno strumento adeguato e supportivo.
Passando all’altro punto di cui mi chiedi, penso che oggi ci sia una ambivalenza rispetto al discorso “psi”, cioè a psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, disagi, distrubi psicologici e dintorni, per intenderci. Da un lato le persone, alcune realtà ed istituzioni sono o sembrano, più sensibili alla salute, al benessere psicologico, quindi ne parlano, segnalano situazioni, fanno invii a professionisti specializzati, a volte, aggiungo io, anche un po’ a sproposito. Dall’altro esiste ancora un tabù in merito a problematiche che riguardano la mente, la psiche, c’è un po’ il timore dello stgma e quindi si tende a coprire, nasconder, svalutare alcuni segnali, comportamenti, pensieri e atteggiamenti e ciò non giova assolutamente, anzi, in certi casi è proprio un guaio.
D) In tempi non troppo lontani e specie in certe realtà recarsi presso uno psicologo o psicoterapeuta era un vero e proprio tabu'.
Il malcapitato era additato come pazzo e praticamente non poteva piu fare le cose che facevano gli altri come sposarsi.lavorare divertirsi ecc.
Secondo te esiste ancora un margine di persone che rifiuta le vostre cure solo per i motivi sopra citati?
R) Beh si e in qualche modo ho già risposto prima.
Ci auguriamo che i tabù e i pregiudizi possano lasciare il posto alla conoscenza, alla curiosità e alla voglia di allargare i propri orizzonti e credo che con questo tipo di interviste, di articoli, di conversazioni, possiamo fare molto, non tutto, ma un bel pezzo di strada si, certamente. Spesso è l’ignoranza nel suo significato più stretto di ignorare, che apre la strada a pregiudizi, vergogna e quindi di conseguenza a patologie che potrebbero essere affrontate in tempo e che richiederebbero meno impiego di tempo, soldi ed energie per essere gestite.
D) L'analisi transazionale può essere usata come un fattore di prevenzione?
R) Certo, moltissimo. L’analisi transazionale nasce come psichiatria sociale e questo ci dice tante cose, di come Berne fosse tanto avanti, rispetto alla sua epoca, cioè gliu anni quaranta, cinquanta. Al di là dei gruppi prettamente psicoterapeutici, con il modello dell’analisi transazionale si possono impostare percorsi quindicinali per genitori, per giovani adulti in merito ad alcune specifiche difficoltà, per persone anziane, per insegnanti e moto altro ancora.
La prevenzione primaria del disagio psicologico è una delle forme più preziose per spendere meno soldi e meno energie che noi abbiamo a disposizione. E tale prevenzione primaria ben si coniuga con attività di gruppo, svolte chiaramente con metodo e da un professionista formato, non certo con il solo entusiasmo nel voler dare una mano, buona volontà, intelligenza e tempo da dedicare agli altri, perché altrimenti si rischia seriamente di fare più danno che guadagno e ci siamo capiti…..
D) Tu aderisci al "BONUS PSICOLOGICO", ci spieghi di cosa si tratta?
R) Il bonus, il termine lo dice, è la possibilità che lo stato offre ad alcune persone in merito al proprio reddito, di usufruire di un buono su un servizio psicoterapico, pagando una parte di parcella del professionista che si va a scegliere.
Andando sul sito dell’ordine nazionale degli psicologi si può visionare l’elenco dei professionisti che hanno aderito a questa iniziativa. Poi ci sono le procedure tecniche ma non entro nel merito perché da intrnet si possono acquisire abbastanza bene.
D) Cosa ne pensi delle consulenze Psicologiche Online oramai così di moda?
Lo ritieni uno strumento valido o e semplicemente un ripiego?
R) Qui non vorrei aprire una diatriba. Comunque qualcosa in merito al mio pensiero, la dico. Premetto che pur dando la mia disponibilità e facendo on line, ritengo che la relazione in presenza sia qualcosa di prezioso e unico e che andrebbe privilegiata. Tuttavia a volte ci sono o potrebbero esserci delle situazione che non permettono il rapporto in presenza e quindi il professionista può sopperire alla mancanza di relazione dal vivo con alcuni accorgimenti e capacità e/o strumenti di sua peculiare competenza, che non bastano ma certamente aiutano nel lavorare da remoto.
Una cosa molto importante mi preme specificare.
L’on line non è per tutti. Infatti con persone molto depresse, magari con tendenze suicidarie, o con persone psicotiche, comunque in presenza o di gravi disturbi o in mancanza di una vera conoscenza del soggetto che chiede la terapia secondo questa modalità, bisogna essere molto accorti e prudenti perché noi dobbiamo lavorare in protezione, sia del soggetto che del professionista. Già da un breve resoconto di un invio della persona da parte di terzi, facendo alcune domande, o parlando telefonicamente con il soggetto richiedente, possiamo comprendere se sia il caso o meno di lavorare co l’online. Ecco perché il professionista deve essere ben formato e competente sul proprio modello di riferimento, sui metodi e le strategie, perché la buona volonta e il desiderio di aiutare non bastano, anzi se non si ha una buona preparazione, si rischia e neanche poco.
D) Spesso persone costrette a ricoveri ospedalieri sono preda di attacchi di panico impaurite da situazioni a loro estranee e incontrollabili.
Un supporto psicologico può alleviare o addirittura eliminare questa forma di disagio?
R) Certamente può essere di grande utilità. Molti ospedali hanno al loro interno psicologi e psicoterapeuti. Anche alcune tipologie di reparti prevedono questo tipo di supporto, come quelli oncologici e i pediatrici
D) E ora permettimi di farti una domanda forse stupida ma che a me gira in testa da un bel pò!
Potrebbe capitare che un professionista come te debba avere bisogno di cure psicologiche da parte di un altro psicologo?
Magari solo perchè si e immedesimato troppo nei problemi di un paziente.
R) Certo che può verificarsi. Come se si pensasse che un dentista o un oculista, solo per il fatto che sono medici non debbano avere bisogno di uno specialista.” Medico cura te stesso” mica va preso in senso letterale!
Non è una domanda di poco conto e hai fatto bene a esplicitarla. In modo specifico chi intraprende il lavoro di psicoterapeuta in pratica usa se stesso per trattare, curare le persone. Noi siamo il rpimo e importante strumento, come per il chirurgo i suoi primi strumenti so bisturi ecc. E quindi dobbiamo fare continuamente un lavoro su noi stessi, ciclicamente e non da soli, poiché lo strumento va incontro ad usure e quindi ci vuole manutenzione.
Io, per la mia formazione ho dovuto effettuare un certo numero di ore di terapia, detta didattica: tutte le scuole di analisi transazionale la prevedono nel loro regolamento. Non tutte le scuole di specializzazione non di analisi transazionale la prevedono.
È una buona garanzia per sé e per il paziente, che ci sia una analisi didattica, certo non è indicativa di assoluta bontà dell’intervento psicoterapico, così come andare da un primario noto, non è sempre garanzia di riuscita di un trattamento. Siamo umani, non super eroi.
Comunque poi nel prosequo della propria vita professionale , lo psicoterapeuta deve essere onesto con se stesso e capace di riconoscere quando sia il caso di riprendere un po’ di psicoterapia, per il ben proprio e quello dei pazienti. Ci vuole onestà intellettuale e coraggio e aggiungo che questa è etica. L’etica professionale non sta’ soltanto nel rispetto del codice deontologico. Io oltre alla terapia didattica, mi sono presa cura di me in momenti delicati di vita, facendo un?analisi con un collega del mio orientamento e ciò ha giovato molto sia a me che ai pazienti. Poi c’è tutto il discorso della supervisione, cioè del lavorare, in alcuni momenti, con un collega supervisore, in merito ad alcune situazioni più complesse che si possono vivere con un paziente e anche questa è etica professionale…
D) Ora parliamo ivece un po di te come scrittrice.Hai scritto alcunii libri tra questi mi incuriosisce molto "Desiderio di Equilibrio L'Analisi Transazionale in dialogo con gli Esercizi Spirituali Ignaziani".
In che modo la psicologia si affianca alla spiritualità?
R) Questo saggio lo scrissi diversi anni fa’ . Lo scrissi di getto e lo pubblicai con una poco nota ,nascente casa editrice bolognese. Poi qualche anno fa’ scoprii per caso, perchè persone mi scrivevano via mail chiedendomi del testo, scoprii, appunto che la casa editrice era fallita. Così dopo qualche anno di riflessione, propizio per rifare un po’ il punto della situazione, ho scritto un nuovo testo più ampliato nelle sue parti che accogli in sé anche il precedente . E’ uscito l’anno scorso e si intitola: “ A tu per tu: Berne e S. Ignazio”. La spiritualità ignaziana mi appartiene tanto quanto l’analisi transazionale e in questo libro faccio dialogare idealmente questi due costrutti che hanno un loro corpo teorico pratico e a mio avviso, molti punti di contatto. Il “dialogo” avviene attraverso i vari capitoli ed è stato per me bello ed importante riscriverlo, perché è un regalo che mi sono fatta e che ho fatto a chi è interessato a questi argomenti, a queste dimensioni che fanno parte di noi e cioè la dimensione psicologica e quella spirituale, al di là del proprio credo religioso. Tu mi chiedi in che modo la psicologia possa affiancarsi alla spiritualità, beh ti dico cosi in prima battuta da psicoterapeuta e da credente, sempre in cammino, che più ci conosciamo, più esploriamo i nostri abissi, più diventiamo consapevoli di noi stessi e di quel che ci circonda e più possono affiorare, o riaffiorare domande e bisogni legati al senso profondo del nostro vivere qui, adesso.
Concludo questa risposta con qualche riga tratta dalla prefazione scritta dal professor Michele Novellino: “…Laura si propone di rappresentare nel parallelismo tra le due menti berniana e ignaziana: la preminenza di una ricerca coerente, dell’utilizzo di un metodo rigoroso per rispondere a quesiti fondamentali per le persone su che siamo, da dove veniamo, come siamo fatti, verso dove andiamo. Ambedue gli autori descrivono contenuti sulle dimensioni psicologica e spirituale dell’essere umano, rappresentando con linguaggi ovviamente diversi numerosi processi del pensiero e dell’emotività.Questi ultimi li ritroviamo affascinati se liberi da atteggiamenti sospettosi nella novità e modernità che Berne e Sant’Ignazio prospettano sulla possibilità che abbiamo di conoscerci meglio e quindi di crescere mentalmente, affettivamente e spiritualmente. Per questa vita e per l’altra”.
D) Hai scritto un libro sull'albinismo dal titolo molto bello a mio modesto parere, "Chiari per natura".Questo libro serve a sensibilizzare in quanto forse si parla troppo poco di questa patologia?
R) Per essere precisi il libro è stato scritto a più mani.
Si compone di due parti. Nella prima troviamo vari contributi di professionisti diversi come dermatologo, oculista, genetista, educatore, psicologo, mentre nella seconda sono riportate testimonianze di alcuni albini e genitori, poi c’è anche una parte normativa.
Il libro nasce da un’idea del portale albinismo eu, di cui all’epoca facevamo parte io ed altri due amici albini. Poi venne finanziato dall’ospedale Niguarda di Milano . Con orgoglio debbo dire che il titolo l’ho pensato io. Il libro nasce proprio con l’obiettivo di fare un po’ di luce, di chiarezza, ad ampio spettro, su una anomalia genetica come l’albinismo, in cui c’era e forse ancora c’è un po’ di nebbia, diciamo così. Scherzando a volte con alcuni amici albini, abbiamo detto che l’albinismo è l’ultimo capitolo di un libro di studio che alcuni medici non hanno letto. Questo libro infatti è stato diffuso in campo medico, grazie anche al finanziamento dell’ospedale Niguarda.
Al momento attuale c’è il progetto di riorganizzarlo e pubblicarlo in versione digitale. E’ un libro importante nella sua specificità e possiamo ben dire che non ce ne sono assolutamente altri cosi ben orchestrati che, oltre ad avere una parte esperienziale, ha capitoli scritti da specialisti che lo rendono un vero libro dove si parla e si tratta l’albinismo in modo altamente scientifico. Fra l’altro anche accessibile, poiché scritto in caratteri grandi, stile Verdana, corpo sedici.
D) Un altro tuo libro si intitola
"Straordinario quotidiano".
Di cosa tratta?
R) E’ una raccolta di prosa e poesia. Pubblicato nel 2022 raccoglie miei componimenti che abbracciano quasi uin trentennio di vita. Mi ha fatto bene scriverlo perché con esso ho ripercorso momenti e periodi salienti della mia vita. E’ diviso in quattro sezioni che io definisco come i colori della vita: rapporto con se stessi, rapporto con gli altri, rapporto col trascendente, rapporto con l’umorismo.
D) Un altro libro che mi incuriosisce molto e la Raccolta di Poesie " Vita a colori".
Di cosa parlano le tue poesie?
Puoi regalarne una ai nostri lettori?
R) Questo libro raccoglie più di novanta poesie e sonetti in romanesco e non. Io mi ispiro alla vita quotidiana, da un fiore, a un tramonto, dall’immondizia, ad una emozione, da un modo di vivere, ad un particolare sentimento o atteggiamento. Qui sono raccolti anche sonetti dedicati ad alcune persone e scritti per richiesta di qualche amico in merito ad alcuni eventi, persone, situazioni: praticamente fatti su misura.Sono regali che ho scritto con piacere e che mi hanno allargato l’orizzonte dell’ispirazione.
Ve ne lascio qui una adeguata allo spazio che mi state concedendo, non voglio allargarmi ulteriormente e abusare della paziente attenzione dei lettori.
UN CUORE LESTO
Quando vuoi bene e senti er core grato,
nulla te frena e niente te trattiene
da slanciatte in un aiuto smisurato…
Perché se sa, quando a qualcuno ce tieni tanto, tanto,
nun conta spazio e tempo, nun c’è inciampo.
Ogni occasione e buona pe fa largo a un gesto,
a un dono , a un pensiero d’affetto ampio,
tempestivo e lesto.
Perché l’aiuto ricevuto tu vedi che è un gran dono
e quella mano tesa e avvolgente
t’allarga er core e stimola la mente.
E allora senti vicinanza,
dolcezza d’animo, se pure in lontananza.
D) I tuoi libri sono anche in formato elettronico fruibili dai non vedenti?
Come si possono acquistare?
R) Ho fatto inserire i miei libri all’interno dell’audioteca dell’UICI, a cui sono iscritta. Si possono acquistare dai vari store on line, o prenotabili in libreria. Il saggio di psicospiritualità lo si trova anche in ebook.
D) Hai qualcosa in cantiere che presto vedrà la luce e che puoi anticipare ai nostri lettori?
R) Certamente e con piacere vi annuncio che, spero a breve, uscirà una mio libro sulle virtù cardinali e teologali in poesia. La presentazione è stata scritta da un amico a voi noto: Marco Farina , che con la sua capacità di scrittore e delicatezza d’animo, ha saputo ben entrare nelle pieghe delle mie righe e lo ringrazio affettuosamente ancora una volta, qui, pubblicamente.
D) Laura Bonanni ha un sogno nel cassetto?
Te lo chiedo perchè molte volte queste pagine hanno portato fortuna ai miei ospiti!
R) Cero che ce l’ho. A dire il vero più di uno. Quello che mi stà più a cuore è poter continuare a mantenere quel po’ di vista che ho per vivere in questa mia autonomia che mi conquisto ogni giorno con tutte le mie forze e poter continuare per diversi anni ad aiutare in modo professionale, le persone che a me si rivolgono, cercando di non tradire la fiducia che ripongono nel mio essere psicoterapeuta.
D) Se vuoi puoi lasciare qui i tuoi contatti per consulenze o per chi volesse seguirti sui social.
R) Vi lascio il mio sito in cui si può visionare un po’ di tutto: alcuni articoli scritti negli anni e qui risistemati, di facile comprensione perche scritti con un linguaggio chiaro per i non addetti ai lavori, alcune interviste audio e video, alcune poesia specificamente psicologiche www.psicoterapeutalaurabonanni.it
D) I miei ospiti di solito lasciano qui un aforisma, un detto, o una frase che serva da stimolo.
Vuoi farlo anche tu?
R) ”NON E’ IL MOLTO SAPERE CHE SODDISFA, MA IL SENTIRE E GUSTARE LE COSE INTIMAMENTE” ( S. Ignazio di Loyola)
D) Bene Laura, io. la redazione e i lettori tutti ti ringraziamo per aver partecipato a questa bellissima chiacchierata che ci ha
dato modo di conoscere una meravigliosa persona come te!
Grazie ancora e ti aspettiamo ancora per nuovi traguardi!
R) Grazie a te Pino, di avermi concesso questo spazio per poter parlare e trattare in merito a certi argomenti interessanti, delicati, utili, a volte banalizzati o scontati, scottanti.
Con questo non posso certo dire che sia stata esaustiva, ma spero nel tempo che ci accompagnerà, di affrontare, parlare, approfondire in merito ad altri temi che magari chi legge vorrà porre alla mia attenzione e di conseguenza alla vostra, come rivista intendo.
*Giovani del 2000 – rivista on line – Periodico trimestrale

Psicologa Psicoterapeuta
Partita IVA 09414350588
Iscritto all'Ordine ordine degli Psicologi del Lazio n° 3337 - data iscrizione (25/11/1993)